Dominio Eukaryota Regno Animalia Sottoregno Eumetazoa Ramo Bilateria Phylum Chordata Subphylum Vertebrata Superclasse Gnathostomata Classe Actinopterygii Sottoclasse Osteichthyes Superordine Acanthopterygii Ordine Perciformes Famiglia Pomacentridae Sottofamiglia Amphiprioninae Genere Amphiprion Specie A. ocellaris Nomenclatura binomiale Amphiprion ocellaris (Lacepède, 1802)
Areale biogeografico
Introduzione
Amphiprion ocellaris Cuvier, 1830, detto pesce pagliaccio occidentale, falso pesce pagliaccio o pesce pagliaccio ocellato, è un pesce marino appartenente alla famiglia Pomacentridae e alla sottofamiglia Amphiprioninae, diffuso nelle barriere coralline del Pacifico occidentale. Si tratta probabilmente di uno dei pesci più conosciuti al mondo, grazie al film d’animazione Alla ricerca di Nemo che lo ritrae come protagonista, ed è una specie, come tutti i pesci pagliaccio, nota per il suo rapporto di simbiosi con alcune specie di anemoni di mare. Data la bellezza della livrea e la difficoltà di allevamento non elevata, è una specie comune in acquari pubblici e privati.
La sua classificazione sistematica è abbastanza controversa: per alcuni autori, Amphiprion ocellaris ed Amphiprion percula sono due varianti dello stesso pesce, secondo altri sono due generi distinti, di seguito, in accordo con il World Register of Marine Species, verranno considerate due specie diverse; comunque non c’è alcuna differenza, per quanto riguarda l’acquariofilo, per il loro mantenimento in acquario.
Caratteristiche fisiche
Presenta un corpo relativamente cilindrico, allungato, solo leggermente bombato sul dorso.
Il peduncolo caudale è robusto; la bocca, relativamente piccola, è in posizione avanzata e rivolta verso l’alto, è dotata di labbra carnose protrattili e di denti conici, piccoli ma aguzzi.
La pinna caudale è lunga e tonda, la pinna dorsale, non particolarmente sviluppata, è nettamente divisa in due parti; la prima parte è sostenuta da dieci o undici spine rigide, delle quali le prime 5 sono molto più lunghe delle altre, e può essere inarcata a piacere o portata piatta sul dorso; la seconda parte, più sviluppata in altezza dell’anteriore e separata dalla prima da una profonda concavità ha 13 / 17 raggi molli che non possono essere abbassati e termina con una punta arrotondata che non supera l’inizio del peduncolo caudale; la pinna anale, a sua volta supportata da 2 spine rigide e da 11 / 13 raggi molli, è simmetrica alla seconda parte della pinna dorsale.
Le pinne pettorali e ventrali sono di forma trapezoidale, abbastanza sviluppate, sia in lunghezza che in altezza, e con il bordo molto arrotondato.
La livrea è particolarmente appariscente e colorata, molto simile a quella dell’Amphiprion percula con cui viene spesso confuso; il colore di fondo è un giallo arancio molto brillante; sul corpo sono disegnate tre bande verticali chiare, bianche o leggermente turchesi senza alcun bordo nero a circondarle.
La prima di queste bande, a forma di parentesi tonda avvolge quasi interamente la testa e, passando sulla fronte, si collega alla sua omologa dell’altro lato; rimane solo, sotto la gola, una piccola zona arancione.
La seconda delle barre avvolge il pesce all’altezza della divisione della pinna dorsale e presenta un dosso rivolto in direzione della testa; la terza banda avvolge quasi completamente il peduncolo caudale lasciandone solo una piccola parte arancione all’attaccatura della pinna caudale.
La pinna caudale, la parte posteriore della pinna dorsale, la pinna anale e le pinne pettorali hanno un doppio bordo, nero internamente e turchese esternamente; la parte anteriore della pinna dorsale, le pinne pettorali e quelle ventrali hanno solo un bordo nero.
Habitat naturale
Diffuso nell’Oceano Indiano orientale e nell’Oceano Pacifico occidentale, a nord raggiunge le coste indocinesi e l’isola di Taiwan ed arriva fino al nord dell’Australia. È presente anche in Malaysia, Indonesia e Filippine. Frequenta le acque calme delle barriere coralline ed è particolarmente frequente nelle lagune degli atolli. Come tutti gli Amphiprioninae (quindi tutti i pesci pagliaccio), vive in simbiosi mutualistica con anemoni di mare al cui veleno è immune.
Vita in acquario
Comune ospite degli acquari marini e vi si può riprodurre. Si tratta di una delle poche specie di pesci da acquario marino in commercio riprodotto artificialmente in grandi quantità. Il pesce pagliaccio occidentale ha bisogno di valori dell’acqua ben precisi: – Temperatura: 26° / 30 °C; – Densità: 1018 / 1022; – pH: 8,4.
Relativamente difficile da ambientare in quanto inizialmente, senza la protezione di un anemone, è molto pauroso; ma una volta ben acclimatato è onnivoro, predilige mangime surgelato, artemie o chironomus e mysis, oppure liofilizzato o secco in granuli di piccolo diametro.
Necessita di una vasca piccola, in quanto non è un grande nuotatore e preferisce restare, anche in natura come in acquario, nelle vicinanze del suo territorio, spesso incentrato su una attinia, con cui instaura un rapporto di simbiosi; comunque in acquario vive anche senza una attinia, ma sempre meglio tenerlo con essa: la simbiosi sta nel DNA del pesce pagliaccio, in assenza del suo anemone si associa a coralli molli, ma farlo stare senza il proprio anemone spesso non è molto corretto. Soggetto a malattie batteriche della pelle. Per il suo ottimale mantenimento in acquario, per mantenere la sua vivacità ed i suoi splendidi colori, sono necessarie vasche con acqua ben filtrata ed ossigenata.
Compatibilità
Soprannominato pesce pagliaccio per antonomasia, è un pesce molto robusto e colorato, adatto alla convivenza con quasi tutti i pesci di barriera. Molto adatto anche alla convivenza con gli invertebrati, forma sovente una simbiosi con le attinie della specie Heteractis magnifica, Stichodactyla gigantea e Stichodactyla mertensii.
Alimentazione
Si nutre di fitoplancton, zooplancton, anellidi e zooplancton, che cattura con la tipica bocca a mandibola espandibile dei pesci planctivori. Si ciba anche dei residui alimentari dell’anemone simbionte. In vasca, una volta ben acclimatato, è onnivoro, prediligendo mangime surgelato, artemie e chironomus e mysis, oppure liofilizzato o secco in granuli di piccolo diametro.