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Allestire un acquario marino di barriera – Prima parte

Introduzione

La fase d’installazione vera e propria rappresenta per un appassionato acquariofilo un momento speciale e spesso lungamente atteso. Nonostante abbia avviato e gestito decine di acquari nella mia vita, una sensazione di gioia mista ad eccitazione continua a pervadermi ad ogni nuovo allestimento, quasi fosse la prima volta.

L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante“. Scriveva così Cesare Pavese, benché una dozzina d’anni dopo si tolse la vita in un afoso agosto torinese del 1950.

Eppure queste due frasi, di una freschezza e di una vitalità straordinarie, sanno cogliere l’essenza stessa del vivere e riassumono bene le mie sensazioni ad ogni nuovo inizio.

In questo foto-racconto cercherò di descrivere in maniera ridanciana, ma non banale, l’installazione e la conduzione del mio ultimo acquario di barriera avviato ad aprile 2019, con l’intento di documentarne l’evoluzione nel tempo e con la speranza di essere d’aiuto a chiunque si appresti per la prima volta ad avviare un reef domestico.

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Si comincia!

Superate le difficoltose “trattative” familiari circa l’opportunità di avere un sistema da quasi un metro cubo d’acqua salata in casa, a fine dicembre 2018 mi decisi ad avviare un nuovo progetto e commissionai la realizzazione di una vasca in acrilico.

Trattandosi di un prodotto su misura, i tempi di attesa per la realizzazione e consegna non si preannunciavano brevi. Tuttavia si dilatarono un bel po’ rispetto alle più ottimistiche valutazioni iniziali, passando dalle 5/6 settimane previste in fase di progettazione e preventivazione alle 12 effettive (poco più di 3 mesi).

A giudicare il prodotto finito il ritardo fu pienamente giustificabile, considerando la mole di lavoro necessaria per realizzare un prodotto così finemente curato nei dettagli, ma non vi nascondo che il desiderio di mettere le mani sul nuovo gioiellino realizzato da SeaPlast trasformò l’attesa in un estenuante conto alla rovescia.

Tuttavia, a fine marzo finalmente la vasca era a casa, accuratamente imballata all’interno di una solida e immensa cassa in legno.

Vasca SeaPlast appena consegnata
Vasca SeaPlast appena consegnata

L’imballo, curato in ogni dettaglio, raggiungeva dimensioni a dir poco generose.

Lo sguardo perplesso del mio bulldog Klauss. L'imballo ha le dimensioni di una piccola monovolume!
Lo sguardo perplesso del mio bulldog Klauss. L’imballo ha le dimensioni di una piccola monovolume!

Armati di avvitatore a batteria iniziavano le faticose procedure di disimballaggio con tutta la famiglia a “sostegno”. L’intero bancale superava i 200 kg di peso e, oltre alla vasca, conteneva la struttura metallica di supporto e il rivestimento in legno laccato.

Una volta rimosso il coperchio superiore notai subito la cura e l’attenzione riposti nella preparazione del pallet al fine di assicurare una spedizione incolume. Ogni elemento contenuto nel bancale fu imballato singolarmente, risultando adeguatamente protetto da numerosi strati di cartone alternati a fogli plastici di pluriball (disposti in modo da creare delle paratie interne).

Fase 1: Disimballaggio della vasca con tutta la famiglia al completo
Fase 1: Disimballaggio della vasca con tutta la famiglia al completo

Dopo aver rimosso con cura gli elementi del supporto metallico ne iniziai l’assemblaggio. L’ingegno alla base del sistema modulare impiegato da SeaPlast per i propri supporti, particolarmente ben progettato e realizzato, denota grande esperienza.

L’installazione si preannunciava facile e veloce.

Fase 2: Inizia l'assemblaggio del supporto in acciaio verniciato a polvere che sosterrà la vasca
Fase 2: Inizia l’assemblaggio del supporto in acciaio verniciato a polvere che sosterrà la vasca

Seguendo le specifiche posizionai il rompi-tratta esattamente al centro. Il lavoro procedeva speditamente, benché Klauss si annoiasse a morte.

Klauss si dimostra meno entusiasta del sottoscritto
Klauss si dimostra meno entusiasta del sottoscritto

Il montaggio dell’intera struttura metallica modulare, interamente verniciata a polvere per proteggere il metallo dalla corrosione dell’acqua salata, richiese pochissimi minuti.

L’unico “difetto” rilevato fino a quel momento, per quanto possa essere definito tale, fu l’assenza di un qualsivoglia sistema di livellamento del supporto in presenza di difformità del pavimento.

La struttura completamente assemblata
La struttura completamente assemblata

Lo step successivo prevedeva l’assemblaggio del mobile in legno. Anche in questo caso il montaggio fu rapido e agevolato dalla predisposizione di fori nei singoli pannelli, indispensabili per il fissaggio degli stessi attraverso spine di giunzione in legno e inserti metallici a vite.

Fase 3: Inizia il montaggio del mobile in legno
Fase 3: Inizia il montaggio del mobile in legno

Il montaggio del mobile richiese complessivamente appena un’ora di lavoro. Non restava che privare la vasca dal suo imballo protettivo.

Mobile completamente montato. Ora non resta che disimballare la vasca in acrilico.
Mobile completamente montato. Ora non resta che disimballare la vasca in acrilico

Nella sua posizione definitiva ne apprezzai per la prima volta le dimensioni complessive.

La vasca appena sballata
La vasca appena sballata

A questo punto applicai sulla lastra posteriore un foglio di pvc autoadesivo blu e collegai il doppio sistema di scarico Ultra Reef alla sump utilizzando dei tubi Valsir Ø 50. Per il sistema di carico, anch’esso Ultra Reef, impiegai un tubo pvc Ø 25 utilizzando una deviazione a T per l’alimentazione del reattore di calcio.

A questo punto non restava che montare il sistema di illuminazione costituito da due plafoniere Bluray GNC sospese al soffitto.

Vasca completamente montata
Vasca completamente montata

La fase di riempimento

Tutto era pronto e la fase di riempimento poteva avere inizio. Nonostante una lunga e precisa pianificazione del sistema di conduzione da impiegare, un tarlo si insinuò nella mia mente, alimentato da alcuni timori.
Infatti benché la mia scelta fosse orientata fin dal principio sul metodo DSB (leggi qui le mie considerazioni sull’argomento), riflettendo sulla delicatezza dell’acrilico e sui possibili danni che la sabbia avrebbe certamente causato alla mia nuova e scintillante vasca (graffi, abrasioni e rigature di ogni sorta), ebbi un attimo di tentennamento che mi spinse a riconsiderare concretamente l’opportunità di allestire l’acquario seguendo il metodo berlinese.
Non che l’accoppiata acrilico-sabbia fosse una novità per me, ma conscio dei possibili risvolti rimasi oltremodo dubbioso circa la possibilità di non attenermi al “piano originale”.

Decisi quindi di sospendere l’allestimento concedendomi una pausa di riflessione di qualche giorno.
Alla fine, dopo aver attentamente valutato la gestione nel lungo periodo, ritornai sui miei passi e 150 kg di carbonato di calcio e una trentina di kg di rocce trovarono collocazione sul fondo della vasca.

Fase 4: L'inserimento della sabbia e delle rocce
Fase 4: L’inserimento della sabbia e delle rocce

A questo punto non restava che riempire la vasca con 700 litri d’acqua salata. Visto il volume complessivo decisi di riempirla per gran parte con acqua marina prelevata direttamente dal mare, avendo cura di bilanciarne la salinità (leggi qui un approfondimento sul tema).

Fase 5: il riempimento dell'acqua
Fase 5: il riempimento dell’acqua

Inizia la maturazione

Inizia così la fase più complicata di tutto il progetto: l’attesa. Nei prossimi mesi mi limiterò a rabboccare l’acqua evaporata, tenere i vetri puliti e svuotare lo skimmer. La maturazione ha ufficialmente inizio e occorre armarsi di pazienza, lasciando alla vasca il tempo di raggiungere il suo equilibrio e di superare le varie fasi algali che si succederanno.

Ora la vasca è completata. Non resta che attenderne pazientemente la maturazione
Ora la vasca è completata. Non resta che attenderne pazientemente la maturazione

Sarà mia cura nelle prossime settimane descrivere la tecnica utilizzata e documentare gli sviluppi della maturazione.

Buon reefing!

 

Leggi la seconda parte dell’articolo

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Luca Langiu

Ho conseguito una laurea in Scienze Politiche, ma ho intrapreso la carriera di imprenditore. Le mie più grandi passioni sono l'acquariofilia, la tecnologia e la musica. Adoro scoprire le meraviglie dei reef e vivo in Sardegna, un paradiso dal quale non potrei mai separarmi.  Il mio desiderio è sempre stato quello di curare un blog sull'acquariofilia marina, perché ritengo che la condivisione di conoscenze e informazioni sia la base della nostra passione. Forte della mia conoscenza tecnica e pratica, unita agli studi e agli approfondimenti teorici, ho deciso di guidare il lettore in un’esperienza formativa alternativa, autentica e personale, che getta le basi sul crono-racconto della mia quotidianità “acquariofila”. La sensibilizzazione del lettore a tematiche relative alla tutela dell’ambiente marino-costiero, alle fonti di inquinamento marino, alla sostenibilità ambientale, al capitale naturale e al rispetto per gli animali, è stuzzicata e sollecitata costantemente in ogni mia trattazione.

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