Il mio nanoreef – Prima parte
Introduzione
Per nanoreef s’intendo quegli acquari dalle modeste dimensioni, frequentemente realizzati con vasche dalla forma cubica e inferiori ai 150 litri complessivi. Ci sono differenti scuole di pensiero che classificano le vasche a litraggi ridotti in picoreef, nanoreefPer nanoreef s’intendo quegli acquari dalle modeste dimensioni, frequentemente realizzati con vasche dalla forma cubica e inferiori ai 150 litri complessivi. Leggi e microreef, ma in questo articolo mi soffermerò a descrivere la mia esperienza con una vasca poco al di sopra dei 100 litri e che genericamente definisco nanoreefPer nanoreef s’intendo quegli acquari dalle modeste dimensioni, frequentemente realizzati con vasche dalla forma cubica e inferiori ai 150 litri complessivi. Leggi.
In virtù delle ridotte dimensioni, i costi di allestimento sono sensibilmente inferiori rispetto ai grandi acquari e spesso possono essere realizzati utilizzando dispositivi più modesti, facilitandone l’installazione anche in ambienti ristretti e piccoli appartamenti. Inoltre, riducendo tutto all’essenziale, offrono all’acquariofilo l’opportunità unica di concentrarsi sui piccoli dettagli di quello che può essere definito a pieno titolo un reefLa barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonatica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune poco profonde. Leggi in miniatura, attraverso un’osservazione molto ravvicinata ed estremamente appagante.
Inutile dire che nei nanoreefPer nanoreef s’intendo quegli acquari dalle modeste dimensioni, frequentemente realizzati con vasche dalla forma cubica e inferiori ai 150 litri complessivi. Leggi, i veri protagonisti sono principalmente i coralliGli Antozoi (Anthozoa Ehrenberg, 1831) sono una classe di animali del phylum degli Cnidaria. Consistono di piccoli polipi radunati tipicamente in colonie di molti individui simili. Il gruppo include gli organismi comunemente noti come coralli, costruttori delle barriere coralline tropicali, che, producendo carbonato di calcio sotto forma di calcite, formano il tipico scheletro calcareo. Leggi, i gamberetti esotici e altri invertebrati e solo marginalmente piccoli pesciCon il termine pesci, dal latino pisces, si intende un gruppo eterogeneo di organismi vertebrati fondamentalmente acquatici, coperti di scaglie e dotati di pinne, che respirano attraverso le branchie. Con oltre 32 000 specie coprono quasi il 50% del totale delle specie del subphylum vertebrata. Leggi.
La mia prima esperienza con i nanoreefPer nanoreef s’intendo quegli acquari dalle modeste dimensioni, frequentemente realizzati con vasche dalla forma cubica e inferiori ai 150 litri complessivi. Leggi risale a dieci fa, ma il progetto che descriverò in queste pagine si riferisce all’ultima vasca da me allestita due anni or sono.
[toc]La tecnica utilizzata
Per l’occasione acquistai (alla modica cifra di circa 200 €) un acquario l’Askoll, precisamente il modello Pure Marine XL HC Led (che potete acquistare qui). Una vasca decisamente commerciale senza grandi pretese, dalle dimensioni di 76 x 36 x h 57 cm, con un volume lordo di circa 130 litri. Un progetto non eccessivamente evoluto in termini di gestione, ma attentamente pianificato in ogni aspetto legato alla realizzazione e alla conduzione.
Non ritenendo l’impianto d’illuminazione fornito di fabbrica con l’acquario neppure lontanamente adeguato ad una conduzione di lungo periodo, (tanto meno il sistema di filtraggio), decisi di apportare qualche modifica procedendo all’installazione di una plafoniera Maxspect Razor r420r 120w 16.000k e di uno schiumatoioLo schiumatoio è un apparecchio usato In un moderno acquario marino per la purificazione dell'acqua dai composti nocivi derivanti dal degrado di materia organica (cibo non consumato, escrementi degli organismi presenti, organismi deceduti). Si compone di una colonna cilindrica (colonna di contatto), normalmente in materiale plastico, dove viene immessa acqua mista ad una grande quantità di bolle d'aria di dimensioni submillimentriche, sfruttando le proprietà della pellicola di tensione superficiale tra aria e acqua queste “microbolle” catturano le molecole proteiche generando una schiuma che straborda dalla colonna finendo in un bicchiere di raccolta amovibile che viene ciclicamente pulito dalla “melma” raccolta al suo interno. Leggi Tunze 9001.000 (che potete acquistare qui).
Niente di particolarmente ricercato a dire la verità, un’accoppiata plafoniera-skimmer senza infamia e senza lode.
Optai per il metodo DSBCon il termine DSB (deep sand bed – letto di sabbia profondo) si definisce in ambito acquariofilo un metodo di filtrazione utilizzato in alcuni acquari di acqua salata, basato sulla realizzazione di un fondo sabbioso spesso circa 12-15 cm. Leggi (deep sand bed), il mio preferito a dire il vero, con pochi kg di rocce vive di qualità e uno spesso substrato di carbonato di calcio (circa 12 cm).
Ovviamente per allestimenti più spinti con volumi d’acqua decisamente inferiori (nell’ordine dei 20-30 litri) il metodo DSBCon il termine DSB (deep sand bed – letto di sabbia profondo) si definisce in ambito acquariofilo un metodo di filtrazione utilizzato in alcuni acquari di acqua salata, basato sulla realizzazione di un fondo sabbioso spesso circa 12-15 cm. Leggi sarebbe da ritenersi inadatto.
Il passo successivo fu di eliminare il tirante adesivo in pvc incollato all’estremità superiore della vasca, che a mio avviso avrebbe sottratto superficie utile alla visione degli animali, e rimuovere il coperchio contenente la plafoniera a led e il sistema di filtraggio a 4 stadi (meccanica grossolana, meccanica fine, chimica e biologica).
Per quanto concerne le pompe di movimento la scelta ricadde su una consolidata e robusta coppia di Vortech MP10 QD (puoi trovare qui la mia recensione), connesse ovviamente al reef-link per una gestione semplificata, mentre il sistema di rabbocco automatico fu affidato ad un Tunze Osmolator 5017 (che potete acquistare qui).
A questo punto tutto era pronto per l’avvio del progetto. Dopo aver trascorso un pomeriggio a lavare circa 30 kg di carbonato di calcio, e prelevato dal mareIl mare è una vasta distesa di acqua salata, idrograficamente connessa con un oceano, che lambisce le coste di isole e terre continentali. Lo stesso termine certe volte è usato per indicare laghi, normalmente salati o molto voluminosi, che non hanno sbocchi sull'oceano come ad esempio il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acqua marina riferendosi, invece, a quella oceanica in generale. Leggi un centinaio di litri d’acqua, l’installazione poteva avere inizio.
Utilizzare acqua di mare
Ne approfitto per una riflessione personale rispetto all’utilizzo dell’acqua del nostro Mediterraneo negli acquari domestici. Su internet (nei vari forum e social) leggo quotidianamente tante stoltezze circa l’inadeguatezza dell’acqua dei nostri mari a causa della salinitàLa salinità indica la concentrazione di sali di una soluzione. Mentre in passato la salinità era determinata sulla base della clorinità, grandezza che esprime il contenuto totale di cloruri (Cl-), bromuri (Br-) e ioduri (I-), attualmente l'unità di misura ufficialmente adottata si basa sulla conduttività elettrica e quindi tiene maggiormente conto di tutto l'insieme dei sali presenti in soluzione. Leggi e dell’inquinamento. Personalmente ho la fortuna di vivere a due passi dal mareIl mare è una vasta distesa di acqua salata, idrograficamente connessa con un oceano, che lambisce le coste di isole e terre continentali. Lo stesso termine certe volte è usato per indicare laghi, normalmente salati o molto voluminosi, che non hanno sbocchi sull'oceano come ad esempio il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acqua marina riferendosi, invece, a quella oceanica in generale. Leggi e con i dovuti accorgimenti relativi al sito di prelevamento (lontano dalle foci di fiumi e installazioni portuali), e alle necessarie diluizioni da apportare all’acqua prelevata (che in taluni casi raggiunge il 40‰), i risultati sono incredibilmente positivi.