Allestire un acquario marino di barriera – Prima parte
Introduzione
La fase d’installazione vera e propria rappresenta per un appassionato acquariofilo un momento speciale e spesso lungamente atteso. Nonostante abbia avviato e gestito decine di acquari nella mia vita, una sensazione di gioia mista ad eccitazione continua a pervadermi ad ogni nuovo allestimento, quasi fosse la prima volta.
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante“. Scriveva così Cesare Pavese, benché una dozzina d’anni dopo si tolse la vita in un afoso agosto torinese del 1950.
Eppure queste due frasi, di una freschezza e di una vitalità straordinarie, sanno cogliere l’essenza stessa del vivere e riassumono bene le mie sensazioni ad ogni nuovo inizio.
In questo foto-racconto cercherò di descrivere in maniera ridanciana, ma non banale, l’installazione e la conduzione del mio ultimo acquario di barriera avviato ad aprile 2019, con l’intento di documentarne l’evoluzione nel tempo e con la speranza di essere d’aiuto a chiunque si appresti per la prima volta ad avviare un reefLa barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonatica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune poco profonde. Leggi domestico.
[toc]Si comincia!
Superate le difficoltose “trattative” familiari circa l’opportunità di avere un sistema da quasi un metro cubo d’acqua salata in casa, a fine dicembre 2018 mi decisi ad avviare un nuovo progetto e commissionai la realizzazione di una vasca in acrilico.
Trattandosi di un prodotto su misura, i tempi di attesa per la realizzazione e consegna non si preannunciavano brevi. Tuttavia si dilatarono un bel po’ rispetto alle più ottimistiche valutazioni iniziali, passando dalle 5/6 settimane previste in fase di progettazione e preventivazione alle 12 effettive (poco più di 3 mesi).
A giudicare il prodotto finito il ritardo fu pienamente giustificabile, considerando la mole di lavoro necessaria per realizzare un prodotto così finemente curato nei dettagli, ma non vi nascondo che il desiderio di mettere le mani sul nuovo gioiellino realizzato da SeaPlast trasformò l’attesa in un estenuante conto alla rovescia.
Tuttavia, a fine marzo finalmente la vasca era a casa, accuratamente imballata all’interno di una solida e immensa cassa in legno.
L’imballo, curato in ogni dettaglio, raggiungeva dimensioni a dir poco generose.
Armati di avvitatore a batteria iniziavano le faticose procedure di disimballaggio con tutta la famiglia a “sostegno”. L’intero bancale superava i 200 kg di peso e, oltre alla vasca, conteneva la struttura metallica di supporto e il rivestimento in legno laccato.
Una volta rimosso il coperchio superiore notai subito la cura e l’attenzione riposti nella preparazione del pallet al fine di assicurare una spedizione incolume. Ogni elemento contenuto nel bancale fu imballato singolarmente, risultando adeguatamente protetto da numerosi strati di cartone alternati a fogli plastici di pluriball (disposti in modo da creare delle paratie interne).
Dopo aver rimosso con cura gli elementi del supporto metallico ne iniziai l’assemblaggio. L’ingegno alla base del sistema modulare impiegato da SeaPlast per i propri supporti, particolarmente ben progettato e realizzato, denota grande esperienza.
L’installazione si preannunciava facile e veloce.
Seguendo le specifiche posizionai il rompi-tratta esattamente al centro. Il lavoro procedeva speditamente, benché Klauss si annoiasse a morte.
Il montaggio dell’intera struttura metallica modulare, interamente verniciata a polvere per proteggere il metallo dalla corrosione dell’acqua salata, richiese pochissimi minuti.
L’unico “difetto” rilevato fino a quel momento, per quanto possa essere definito tale, fu l’assenza di un qualsivoglia sistema di livellamento del supporto in presenza di difformità del pavimento.
Lo step successivo prevedeva l’assemblaggio del mobile in legno. Anche in questo caso il montaggio fu rapido e agevolato dalla predisposizione di fori nei singoli pannelli, indispensabili per il fissaggio degli stessi attraverso spine di giunzione in legno e inserti metallici a vite.
Il montaggio del mobile richiese complessivamente appena un’ora di lavoro. Non restava che privare la vasca dal suo imballo protettivo.
Nella sua posizione definitiva ne apprezzai per la prima volta le dimensioni complessive.
A questo punto applicai sulla lastra posteriore un foglio di pvc autoadesivo blu e collegai il doppio sistema di scarico Ultra ReefLa barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonatica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune poco profonde. Leggi alla sumpE' una vasca utilizzata principalmente in un acquario di barriera o in un acquario marino. Si trova sotto, dietro, o (meno frequentemente) su un supporto sopra l'acquario principale e viene usato come filtro, oltre che come punto di appoggio per antiestetiche apparecchiature come schiumatoi di proteine, reattori di calcio e riscaldatori. Il principale vantaggio di avere una sump in un acquario è l'aumento del volume d'acqua nel sistema, rendendolo più stabile e meno soggetto a fluttuazioni di pH e salinità. Leggi utilizzando dei tubi Valsir Ø 50. Per il sistema di carico, anch’esso Ultra ReefLa barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa, phylum Cnidaria. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi). La barriera corallina fa parte di una piattaforma carbonatica, e generalmente ne costituisce la fascia marginale verso mare. Verso terra è spesso (ma non necessariamente) separata dalla costa da lagune poco profonde. Leggi, impiegai un tubo pvc Ø 25 utilizzando una deviazione a T per l’alimentazione del reattore di calcio.
A questo punto non restava che montare il sistema di illuminazione costituito da due plafoniere Bluray GNC sospese al soffitto.
La fase di riempimento
Tutto era pronto e la fase di riempimento poteva avere inizio. Nonostante una lunga e precisa pianificazione del sistema di conduzione da impiegare, un tarlo si insinuò nella mia mente, alimentato da alcuni timori.
Infatti benché la mia scelta fosse orientata fin dal principio sul metodo DSBCon il termine DSB (deep sand bed – letto di sabbia profondo) si definisce in ambito acquariofilo un metodo di filtrazione utilizzato in alcuni acquari di acqua salata, basato sulla realizzazione di un fondo sabbioso spesso circa 12-15 cm. Leggi (leggi qui le mie considerazioni sull’argomento), riflettendo sulla delicatezza dell’acrilico e sui possibili danni che la sabbia avrebbe certamente causato alla mia nuova e scintillante vasca (graffi, abrasioni e rigature di ogni sorta), ebbi un attimo di tentennamento che mi spinse a riconsiderare concretamente l’opportunità di allestire l’acquario seguendo il metodo berlinese.
Non che l’accoppiata acrilico-sabbia fosse una novità per me, ma conscio dei possibili risvolti rimasi oltremodo dubbioso circa la possibilità di non attenermi al “piano originale”.
Decisi quindi di sospendere l’allestimento concedendomi una pausa di riflessione di qualche giorno.
Alla fine, dopo aver attentamente valutato la gestione nel lungo periodo, ritornai sui miei passi e 150 kg di carbonato di calcio e una trentina di kg di rocce trovarono collocazione sul fondo della vasca.
A questo punto non restava che riempire la vasca con 700 litri d’acqua salata. Visto il volume complessivo decisi di riempirla per gran parte con acqua marina prelevata direttamente dal mareIl mare è una vasta distesa di acqua salata, idrograficamente connessa con un oceano, che lambisce le coste di isole e terre continentali. Lo stesso termine certe volte è usato per indicare laghi, normalmente salati o molto voluminosi, che non hanno sbocchi sull'oceano come ad esempio il Mar Caspio, il Mar Morto ed il Mar di Galilea. Il termine mare è usato anche come sinonimo di oceano quando esprime un concetto generico, per esempio quando si parla dei mari tropicali o dell'acqua marina riferendosi, invece, a quella oceanica in generale. Leggi, avendo cura di bilanciarne la salinitàLa salinità indica la concentrazione di sali di una soluzione. Mentre in passato la salinità era determinata sulla base della clorinità, grandezza che esprime il contenuto totale di cloruri (Cl-), bromuri (Br-) e ioduri (I-), attualmente l'unità di misura ufficialmente adottata si basa sulla conduttività elettrica e quindi tiene maggiormente conto di tutto l'insieme dei sali presenti in soluzione. Leggi (leggi qui un approfondimento sul tema).
Inizia la maturazione
Inizia così la fase più complicata di tutto il progetto: l’attesa. Nei prossimi mesi mi limiterò a rabboccare l’acqua evaporata, tenere i vetri puliti e svuotare lo skimmerLo schiumatoio è un apparecchio usato In un moderno acquario marino per la purificazione dell'acqua dai composti nocivi derivanti dal degrado di materia organica (cibo non consumato, escrementi degli organismi presenti, organismi deceduti). Si compone di una colonna cilindrica (colonna di contatto), normalmente in materiale plastico, dove viene immessa acqua mista ad una grande quantità di bolle d'aria di dimensioni submillimentriche, sfruttando le proprietà della pellicola di tensione superficiale tra aria e acqua queste “microbolle” catturano le molecole proteiche generando una schiuma che straborda dalla colonna finendo in un bicchiere di raccolta amovibile che viene ciclicamente pulito dalla “melma” raccolta al suo interno. Leggi. La maturazione ha ufficialmente inizio e occorre armarsi di pazienza, lasciando alla vasca il tempo di raggiungere il suo equilibrio e di superare le varie fasi algali che si succederanno.
Sarà mia cura nelle prossime settimane descrivere la tecnica utilizzata e documentare gli sviluppi della maturazione.
Buon reefing!